ACCESSO: da Camporosso con Telecabina del Monte Lussari (per gli orari info presso Tarvisio Infopoint +39 0428 2135) in 15 minuti. Da Valbruna: percorrere la strada della Val Saisera fino all’imbocco del sentiero CAI 615 e proseguire poi sul 616 e strada forestale (2 ore). Da Camporosso: lungo il sentiero “del Pellegrino” CAI 613 (circa 2 ore di cammino). Il Rifugio fa parte del piccolo nucleo di edifici situati attorno al Santuario Mariano di Lussari. Trasporto bagagli, escursioni guidate
ACCESSO. da Camporosso con Telecabina del Monte Lussari (per gli orari info presso Tarvisio Infopoint +39 0428 2135) in 15 minuti. Da Valbruna: percorrere la strada della Val Saisera fino all’imbocco del sentiero CAI 615 e proseguire poi sul 616 e strada forestale (2 ore). Da Camporosso: lungo il sentiero “del Pellegrino” CAI 613 (circa 2 ore di cammino). Il Rifugio fa parte del piccolo nucleo di edifici situati attorno al Santuario Mariano di Lussari. Trasporto bagagli, escursioni guidate
La malga è stata recentemente ristrutturata mantenendo le stesse caratteristiche architettoniche di un tempo, a poca distanza si trova il lago di Malins, la fauna acquatica è costituita prevalentemente da tritoni. Il pittoresco paesaggio alpestre circostante è reso particolarmente suggestivo dalla veduta in direzione delle Dolomiti Pesarine. Proseguendo a sinistra della casera, si raggiunge malga Vinadia Grande, per poi scendere in Val Pesarina.
L’area dell’alpeggio, costituita da diversi ambienti – il pascolo, i manufatti, il bosco, le pozze dell’acqua – è frequentata da numerose specie di uccelli, come il codirosso spazzacamino e lo zigolo giallo, che qui trovano le condizioni ottimali per il cibo e la nidificazione. Il gran numero di piccoli volatili attira però l’attenzione del loro più assiduo predatore, lo sparviere. Proseguendo, dalla casera si raggiunge malga Pieltinis e da qui all’omonimo monte (CAI n. 206).
Sul percorso CAI n. 402, che da Pramosio conduce a Malpasso, si trova la lapide dedicata a Maria Plozner Mentil, caduta durante il primo conflitto mondiale mentre riforniva i reparti della prima linea. La sua storia, come quella di tutte le portatrici carniche, fu progressivamente dimenticata fino al 1997 quando l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro conferì loro la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Dal Passo Pramosio si possono visitare le numerose testimonianze del primo conflitto mondiale, cioè gallerie, trincee e postazioni. Presso Malga Pramosio si trova l'unica galleria mineraria di epoca medievale delle Alpi Orientali ancora integra nella sua forma originaria. Proseguendo oltre la casera, sempre su percorso CAI n. 402, ci si può portare a casera Malpasso ricovero Morgante, alla casera delle Manze e, più in alto, a casera Pramosio Alta con lo splendido laghetto Avostanis, sovrastato da una delle falesie più belle dell’arco alpino orientale.
I pascoli di malga Pieltinis comprendono tutto il versante Est dell’omonimo monte e l’impluvio sottostante la vetta presenta una brughiera fra le più ricche dell’intera cerchia delle Alpi Carniche. Sui prati adiacenti alla malga, accanto al rabarbaro alpino, troviamo anche la codolina alpina, il dente di leone e la campanula di Scheuchzer. Da casera Pieltinis si può salire a destra, per scavalcare forcella Ielma e scendere alle malghe Ielma di Sopra e di Sotto e quindi portarsi in Val Pesarina (CAI n. 218); proseguendo a sinistra delle logge si valica la forca di Pieltinis e si scende alle malghe Vinadia Grande (CAI n. 204).
L’altopiano del Montasio è il più ampio territorio destinato all’alpeggio dell’intera regione. Nel comprensorio troviamo le seguenti malghe: Cregnedul di sopra, Larice, Parte di Mezzo e Pecol in cui si svolge la caseificazione e l’attività agrituristica. L’altopiano del Montasio, luogo di straordinaria bellezza, è stato l'arrivo di una tappa del Giro d’Italia 2013. La storia parla della nascita del formaggio Montasio all’inizio del 1200 a cura dei frati benedettini di Moggio Udinese. Dal punto di vista naturalistico si possono ammirare creste di gallo, ginestre, marmotte, cervi, camosci, caprioli e volpi. La malga ha quattro sottonomi: Pecol, Barboz, Parte di Mezzo e Larice. Dai Piani del Montasio è possibile tornare a Sella Nevea e scendere a Tarvisio passando dal paese di Cave del Predil e l’omonimo lago. Partendo dalla casera Pecol si può raggiungere comodamente il rifugio Giacomo Di Brazzà (CAI n. 622), splendido balcone sul gruppo del monte Canin.
Nel 1478 nel Plan di Lanze avvenne un sanguinoso scontro tra i turchi che tentavano di valicare il passo e le truppe della Serenissima, affiancate dalle milizie popolari carniche. I turchi vennero sconfitti e respinti e la Carnia salvata dalle loro temute scorribande. La leggenda vuole che il nome, Plan di Lanze, derivi dalle lance abbandonate sul campo dai turchi battuti. Presso Malga Cason di Lanza è possibile assistere durante la lavorazione del latte e la trasformazione in prodotti caseari. A circa cento metri della casera è stata allestita una palestra di roccia a scopi didattici. Da questa località si può godere di una splendida vista sul Monte Zermula e la Creta di Aip. La casera è il punto di partenza per innumerevoli escursioni, tra cui le salite sui monti Zermula (2.143 m) (CAI n. 442 e 442A), oppure al bivacco Lomasti, attraverso malga Val Dolce e la Conca di Aip (CAI n. 439 e 440).
L’intervento di ristrutturazione degli edifici della malga, da parte dei proprietari, ha previsto il recupero storico della vecchia casera, a testimonianza di come una volta si svolgeva la vita in alpeggio. Nelle pozze della malga si possono trovare la biscia dal collare, il tritone alpino, la rana temporaria e la libellula. Sotto la malga, si scende lungo un pascolo alpino ricco di ortica, felci e arbusti di ontano verde, assieme a iperico, achillea, verga d’oro, barba di capra, farfaraccio bianco, bardana, margherite, salvia montana e pinguicola. Dalla Sella dello Zoncolan, seguendo la viabilità sterrata sul versante Est del monte Arvenis, si possono visitare le casere Tamai, Agareit e Meleit.
Il desiderio è quello di staccare la spina di tanto in tanto, inspirare a fondo e vivere il qui ed ora. Quassù alla Straniger Alm, nella natura mozzafiato al confine con l’Italia, funziona sempre! La Straniger Alm è raggiungibile percorrendo una strada sterrata ben tenuta. Per gli escursionisti di lunga percorrenza, la malga sul crinale meridionale della Valle della Gail rappresenta una tappa intermedia dalla posizione strategica ed una delle principali possibilità di pernottamento sull’Alta Via Carnica e sulla Via Alpina tra il Passo di Monte Croce Carnico e il Passo di Pramollo. Gli appassionati di mountainbike possono arrivare subito in Italia, gli escursionisti dilettanti possono seguire l’”anello del formaggio” o fare tappa alla vicina Kordin Alm e raggiungere le cime Waidegger Höhe, Schulterkofel o Hochwipfel. Nel piccolo spaccio di prodotti contadini è possibile acquistare specialità d’alpeggio per rifocillarsi lungo il sentiero oppure da portare a casa. La malga è gestita da un consorzio agrario dei villaggi limitrofi. Da tempo alla Straniger Alm si mantengono le tradizioni artigianali casearie. Ad esempio, si produce e si conserva il noto formaggio Gailtaler Almkäse secondo un’antica ricetta originale. Il formaggio stagiona con crosta naturale e deve il suo gusto speziato ad una piccola percentuale di latte di capra. Nell’ambito di corsi e workshop si possono apprendere antiche conoscenze sulla produzione casearia locale. Ad intervalli regolari si organizzano inoltre giri delle malghe con degustazione. Si cucina con amore, creatività ed alimenti provenienti dall’azienda agricola in loco. I visitatori si sentiranno come a casa e non vedranno l’ora di fare nuovamente tappa in questa malga accogliente.
ACCESSO: Da Sella Nevea si imbocca la rotabile che porta all’altopiano del Montasio. Al termine della strada (m 1502), si segue il sentiero CAI 622 ed in circa mezz’ora si raggiunge il rifugio. Pernottamento con prima colazione, ristorante, jause con prodotti tipici, terrazzo panoramico, trasporto bagagli su richiesta.